Il Buddismo nacque nel VI secolo A.C. dagli insegnamenti del Budda, Gautama Siddhartha, e fece la sua comparsa in Giappone nel VI secolo grazie a delle opere d'arte buddiste, che vennero donate all'imperatore giapponese da un re coreano in cambio di aiuto.
La filosofia buddista fece subito presa nel territorio giapponese, venendo riconosciuta dagli imperatori e venendo altresì accolta dalla popolazione, con buona parte dei suoi rituali e stili di vita, come quello dell'astenersi da uccidere animali per nutrirsi della loro carne. In breve tempo vennero costruiti numerosi templi buddisti e statue (come il Daibutsu di Nara), e molte principesse divennero importanti badesse.
Intorno al 700 si evidenziarono profondamente i conflitti tra Shintoismo e Buddismo, ma queste tensioni furono placate soprattutto grazie all'intervento di due monaci buddisti che introdussero una nuova dottrina affievolendo le differenze tra le due religioni.
Con il placarsi dei contrasti tra buddismo e shintoismo, aumentarono i templi buddisti sul territorio e la nuova dottrina prese piede sempre di più anche tra la gente comune.
Nel frattempo, però, i monaci e le badesse approfittarono del loro potere, che era ormai divenuto anche un potere politico, creando rivalità tra i vari templi.
La tregua di queste rivalità avvenne nell'occasione della tentata invasione del Giappone da parte di Kublai Khan, quando tutti i sacerdoti, insieme, pregarono per un miracolo che scongiurasse l'invasione cinese, implorando quello che poi fu il Kamikaze (vento degli dei) che si manifestò improvvisamente nelle acque vicino le coste giapponesi, facendo affondare le flotte nemiche.
Negli anni successivi il Buddismo fu in continua crescita e dalla sua filosofia nacquero anche arti come l'Ikebana e la Cerimonia del Té.
Successivamente, intorno al 1600, i templi buddisti acquistarono importanza come organi amministrativi dello stato, venendo anche utilizzati come anagrafe: infatti, fino agli anni precedenti, il diritto di avere un nome registrato era un'esclusiva dei nobili e dei samurai. Ancora oggi molte persone che hanno bisogno di certificazioni risalenti agli scorsi secoli si recano nei templi.
Anche molti samurai senza padrone, i ronin, si avvicinarono al buddismo diventando monaci ed insegnando arti marziali nei templi.
Nel 1868 l'Imperatore Meiji scoraggiò il Buddismo imponendo come religione di sato lo Shintoismo: questo perché, secondo la religione Shinto, l'imperatore era un dio vivente e gli erano dovuti assolutà fedeltà e totale rispetto.
In questo periodo i templi buddisti persero tutta l'importanza acquistata fino ad allora ed, anche all'interno della popolazione, molti si orientarono verso lo Shintoismo, senza dimenticare però i principi del Buddismo, che ormai tanto si era radicato tra la gente.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale lo Shintoismo non fu più riconosciuto come religione di stato ed il Buddismo tornò a fiorire tra la gente, scindendosi in numerose sette e diventando al giorno d'oggi la dottrina più diffusa in Giappone.
Le sette buddiste sono veramente tante e tra queste si sottolineano per importanza: la setta Tendai (introdotta da un monaco cinese nell'805), secondo la quale attraverso preghiera e meditazione ci si può avvicinare alla conoscenza della natura del Budda; la setta Shingon Shu (introdotta nell'806), caratterizzata da un forte simbolismo e ritualismo; la setta Jodo Shu (fondata nel 1175), che crede nella fede totale in Budda e, non seguendo molti rituali, si diffuse facilmente nelle diverse classi sociali; il buddismo Zen (introdotto da monaci cinesi nel 1191), che esalta meditazione e disciplina; la setta Jodo Shin Shu (1224), nella quale tutti sono uguali agli occhi di Budda e dove non viene ritenuta necessaria la preghiera poiché è sufficiente avere fede; la setta Nichiren Shu (1253), basata sulla preghiera ed anticamente legata alle pratiche militari e di lotta.
E' da segnalare, in particolare, il monte Koya, sede del buddismo Shingon: questa montagna ospita sulla sua cima una cittadina con più di 100 templi dove i monaci ospitano i turisti per il pernottamento, proponendo la loro cucina tipica e facendoli partecipare alle preghiere del tempio.
Sebbene si possa pensare il contrario, molti templi buddisti e shintoisti al giorno d'oggi coesistono nella massima pace e nella storia dei secoli passati hanno acquistato elementi in comune, che ancora oggi notiamo visitando questi luoghi sacri.
I templi buddisti vengono chiamati O-Tera, e solitamente sono molto più grandi e più ricchi di quelli di origine Shinto.
Inoltre, i templi buddisti erano spesso costruiti su alture, o comunque in posizioni strategiche, per poter meglio controllare eventuali invasioni durante le guerre di potere.
Prima di entrare nell'area del tempio, ci si trova di fronte a due statue dall'aspetto inquietante, chiamate "Dewa", a guardia del tempio e rivolte verso nord, poiché è da quella direzione che arrivano le forze del male.
La divinità buddista Shaka morì nel sonno mentre dormiva con la testa orientata a nord ed il volto verso est (posizioni che i fedeli giapponesi evitano di assumere).
Prima di arrivare al tempio i fedeli spesso acquistano dei bastoncini di incenso per poterli poi accendere ai piedi della statua del Budda, o, sbattendo un contenitore cilindrico, prendono dei foglietti di carta con su scritte delle preghiere, che poi legano alle piante od ai supporti che trovano nei dintorni del tempio, come buon augurio.
Questi rituali assomigliano molto a quelli della religione Shinto ma, come è noto, queste due religioni nel corso della storia si sono spesso incrociate trovando una via comune per una perfetta convivenza, tanto che tutt'oggi molti giapponesi seguono sia rituali buddisti che shintoisti.
Prima dell'ingresso principale del tempio, si trovano spesso una o più lanterne, ad indicare il punto in cui (secoli fa) la gente comune non poteva più proseguire, al contrario di nobili e sacerdoti, che erano ammessi all'interno della struttura.
Una volta entrati nel tempio, si nota la grande ricchezza dei materiali e dell'architettura, dei dipinti e delle sculture.
Non è raro entrare in un tempio e trovarsi immersi nei suoni dei gong o dei martelletti che accompagnano le continue e cicliche preghiere dei monaci.
L'intera struttura dell'O-Tera, inoltre, è rialzata da terra da uno o più gradini, per evitare l'ingresso agli spiriti del male, che non si possono staccare dal terreno.
Caratteristica dei templi buddisti è quella di essere affiancati dai cimiteri (cosa che non si trova nei Jinja shintoisti poiché si ritiene che le spoglie dei defunti non possano trovarsi sul suolo sacro del tempio) o di avere delle strutture a forma di piramide, formate dalle lapidi dei defunti che non sono più reclamati da alcun parente.
Le strutture dei templi sono frequentemente integrate dai "Kodo", ovvero sale per gli incontri, per le letture o destinate alla mostra di oggetti sacri.
Un'altra struttura quasi sempre presente è una grande campana posta su un piano rialzato.
Affianco agli O-Tera sorgono spesso i "To", o pagode, o torri, che trovano in India le loro origini.
Inizialmente furono importate nella cultura giapponese come costruzioni nelle quali conservare le reliquie del Budda che, secondo le leggende, furono sparse in tutta l'Asia.
In seguito divennero luoghi per lasciare offerte o tombe di importanti personaggi.
Questi "To" possono arrivare ad avere fino a 13 piani, ma solitamente ne hanno solo cinque (a rappresentare aria, fuoco, terra, acqua e vento) o tre (a rappresentare passato, presente e futuro).
In cima alle pagode c'è una guglia a nove anelli che rappresenta i nove sentieri di Budda e, più in alto, un'altra guglia come talismano contro il fuco.
Dalla cima delle pagode, all'interno, pende una lunga trave di legno che quasi raggiunge il pavimento, come importante simbolo spirituale e prevenzione dei fenomeni dei terremoti.
Ad ogni modo, è quasi impossibile avere accesso ad una pagoda, o comunque a determinate aree del tempio.
Nelle vicinanze degli O-Tera (ma anche per le strade o vicino ai cimiteri) si vedono con grande frequenza le statue raffiguranti la divinità Jizo: un sacerdote che tiene una pietra preziosa in una mano e con l'altra mano tiene un bastone con in cima attaccati tre anelli di metallo.
Jizo è la divinità che protegge viaggiatori, donne incinte e soprattutto i bambini morti prima dei loro genitori (anche quelli che non sono mai nati) e le sue raffigurazioni sono spesso addobbate con cappellini e bavaglini di colore rosso, per ricordare i bambini.
Ai piedi di queste statue, poi, si trovano dei mucchietti di pietre, che rappresentano le pietre che i bambini, dopo la morte, sono condannati a sistemare sulle rive del fiume dell'aldilà, poiché incapaci di attraversarlo.
Si crede che Jizo li protegga nascondendoli agli spiriti maligni e permettendogli di udire i mantra (frasi/preghiere buddiste).
Oltre a Jizo, sono numerose le divinità e le figure buddiste: da Hachiman, dio della guerra, ad Ebisu, dio della fortuna; da Hotei, dio della soddisfazione e del piacere, a Kannon, la dea della pietà.
Al giorno d'oggi, il buddismo è la religione maggiormente seguita in Giappone, anche in contemporanea con lo shintoismo. Non è raro che la stessa persona pratichi rituali sia dell'una che dell'altra religione, senza sentirsi in conflitto con nessuna delle due filosofie.