- Volume Unico
- Storia e disegni di Keiko Suenobu (けいこすえのぶ)
- Edizione italiana a cura di Elena Zanzi
- Editore: Planet Manga, luglio 2005.
Voto: 8
Trama
Sawako frequenta la scuola media Tomaru, famosa per i suoi ottimi e severi insegnati, e ha un ragazzo al quale si è dichiarata lei stessa, ma che alla fine non è così meraviglioso come credeva.
Proprio a causa del suo ragazzo, Sawako inizia a essere presa di mira dal resto della classe, che le infligge feroci scherzi, mortificandola.
Vitamin è però la storia di una rivincita, come dice Elena Zanzi, tramite la quale l'autrice ha voluto rappresentare il coraggio di chi resiste, di chi riesce a trovare se stesso in una società che ti inquadra troppo severamente.
L'Autrice
Keiko Suenobu è solita affrontare, tramite i suoi shojo, il tema delicato del bullismo scolastico.
Le sue tavole non risparmiano nulla e non lasciano molto all'immaginazione, per questo i suoi fumetti non possono essere letti con leggerezza.
La storia, in effetti, sembra avere un tocco autobiografico, dove il fumetto gioca un ruolo importante, quello di liberare da un peso opprimente la protagonista, Sawako, tanto quanto l'autrice, come lei stessa ha dichiarato nella postfazione.
Considerazioni
Vitamin mette in luce gli aspetti peggiori della società giapponese, e questo non fa che aumentarne il valore: per l'autrice, ma anche per la società stessa, è importante che temi come il bullismo vengano trattati e divulgati per aiutare coloro che lo subiscono, che spesso si colpevolizzano e si isolano anche dalla famiglia.
Così, grazie al genere shojo ci vengono mostrate le abitudini e le preoccupazioni adolescenziali, una fase della vita difficile per tutti, in cui il rapporto con l'altro, ma anche quello con sé stessi, si fa più complicato.
Tramite queste tavole in bianco e nero è quindi possibile capire l'importanza della fiducia, che non è così facile concedere nemmeno a sé stessi, e il ruolo che la famiglia occupa in queste circostanze.
Dettaglio
Della stessa autrice e sulla stessa lunghezza d'onda, la Planet Manga ha successivamente pubblicato la serie manga LIFE composta da 26 volumi.
A cura di Francesca Panciroli
- Scritto da Haruki Murakami
- Casa Editrice Italiana: Einaudi 2011,2012
Voto: 6
Trama
Aomame è una killer spietata che vendica le donne che hanno subito una violenza, Tengo è un ghost writer che deve sistemare un romanzo che si rivela essere fin troppo reale.
Entrambi si ritrovano catapultati in un mondo parallelo, identico al precedente se non fosse per la presenza di due lune nel cielo e per l'esaltazione di eventi spirituali e religiosi: è di questo mondo che il romanzo su cui lavora Tengo parla, un mondo dove Aomame deve riuscire a compiere l'omicidio per eccellenza di un capo religioso venerato e protetto che pare abusi di giovani donne.
Considerazioni
Basandoci sulla catalogazione occidentale, 1Q84 probabilmente finirebbe all'interno del genere fantastico, vista la presenza di spiriti, sette religiose e di una seconda realtà identificata con la presenza di due lune. In Giappone, però, questo romanzo rientra nella categoria dei mukōgawa shōsetsu 向こう側小説, racconti o romanzi nei quali viene riprodotta la necessità di una catarsi nei confronti di una situazione frustrante e insostenibile, tramite i quali viene rappresentata la ricerca di quiete e tranquillità, nonché la nobilitazione dell'animo mediante un linguaggio semplice e familiare, funzione che nel passato aveva l'arte Zen.
Tutti e tre i volumi di 1Q84, infatti, ci illustrano sia la ricerca di pace e serenità, che implica una trasformazione di se stessi, sia l'opposizione tra questo e l'altro mondo, che corrispondono a una visione razionale e irrazionale dello stesso. Per raggiungere quest'altra realtà è necessario che sia il protagonista stesso a superare un confine, una barriera, aprendosi un varco e in 1Q84 è Aomame che, scendendo una scala vicino alla tangenziale, entra in questo 1984 mutato.
Nei mukōgawa shōsetsu troviamo anche la mancanza della figura materna, contrapposta da una figura femminile che fungerà da medium tra il mondo impuro degli spiriti e la realtà quotidiana, importante rimando alla tradizione giapponese, secondo la quale la donna è custode dell'universo contaminato.
Dettaglio
Secondo Tsuruta Kin'ya, il mukōgawa viene percepito come sottoprodotto della rapida modernizzazione del Giappone, esprimendo la necessità degli intellettuali moderni di ritirarsi in loro stessi, perché turbati dagli sconvolgimenti culturali causati anche dal contatto con l'Occidente. Così si ha la ricerca o la creazione di un luogo dove recuperare le forze, lontano dal processo che vede l'Occidente come modello da imitare, perdendosi in un mondo più naturale, quello delle origini. Di conseguenza il viaggio nel mukōgawa corrisponde a un annullamento dell'ego nella natura.
L'autore, inoltre, non manca di sfruttare l'assonanza tra la pronuncia giapponese del numero nove, «kyû» e la lettera «Q» di question, a favore di un ulteriore avvicinamento alla cultura Occidentale, che però rimane contrapposta a quella giapponese.
A cura di Francesca Panciroli