La lingua giapponese viene scritta con tre tipologie di simboli diversi:
- hiragana
- katakana
- kanji
I simboli HIRAGANA hanno una forma morbida e semplice e corrispondono a delle sillabe o singole lettere. Vengono usati per le parole più comuni, per completare la scrittura di alcuni Kanji, per la coniugazione dei tempi verbali e per le parti grammaticali nelle frasi.
I simboli KATAKANA hanno una forma più spigolosa e stilizzata di quelli Hiragana, ma corrispondono alle stesse sillabe e lettere. Vengono utilizzati principalmente per scrivere termini tecnici o parole di origine straniera, di cui la lingua giapponese è ricca. La loro origine è dovuta alla stilizzazione del disegno di alcuni Kanji.
I KANJI sono ideogrammi composti da molti tratti e che possono essere trascritti anche con i simboli Hiragana e Katakana.
La parola PESCE (sakana), ad esempio, può essere scritta in diversi modi:
魚(kanji)
さかな(hiragana)
サカナ(katakana)
In questo caso la scrittura Katakana della parola "pesce" non è appropriata perché non fa parte di quella fascia di termini di origine straniera o tecnici, ma potrebbe essere utilizzata per ragioni stilistiche.
Nell’Hiragana e nel Katakana troveremo talvolta due segni associati ai simboli: un cerchietto (maru) e delle virgolette (nigori). Si tratta di segni che cambiano la pronuncia fonetica delle consonanti.
Esempio:
は (ha)
ば (ba)
ぱ (pa)
Altre particelle da tenere in considerazione sono il sokuon (促音 - sokuon - un piccolo "tsu") ed il trattino: il primo va a raddoppiare la pronuncia della consonante a capo della sillaba che lo segue (ha origine come "piccola pausa" tra le due sillabe), mentre il secondo prolunga la vocale della sillaba che lo precede.
Esempio:
ずっと (zuTto - sempre)
ビール (bIiru - birra)