La mitologia Giapponese narra che in principio nacquero in cielo tre divinità. Queste ebbero molti figli finché, alla settima generazione, nacquero Izanagi ed Izanami.
Questi ultimi decisero di scendere sulla terra attraverso un ponte ancora oggi chiamato Amanohashidate (un cordone di sabbia in mezzo al mare coperto da una pineta visibile nella prefettura di Kyoto).
Prima di scendere sulla terra però, non conoscendone la superficie, affondarono un' alabarda per vedere se sotto di loro ci fosse terra o acqua.
Ritirando l' alabarda verso di loro, caddero delle gocce d' acqua e si creò la prima isola del Giappone, sulla quale scesero le due divinità, creando in seguito anche le altre isole.
Izanagi ed Izanami divennero fratelli ed al contempo amanti e generarono numerose altre divinità, tra cui il dio del fuoco che finì per bruciare Izanami.
Izanagi decise poi di andare a cercare la compagna perduta nel regno dei morti ma non la ritrovò mai più.
Tornò allora sulla terra e, lavandosi il viso nel mare, creò numerose altre divinità tra cui la dea del sole Amaterasu (alla quale faranno riferimento gli Imperatori del Giappone come origine della loro stirpe) ed il dio delle tempeste Susanoh.
In seguito Amaterasu, stanca di essere tormentata da suo fratello Susanoh, si nascose in una caverna ed il mondo sprofondò nell' oscurità.
Le altre divinità organizzarono una festa per indurla ad uscire dalla caverna, invitando dei galli per cantare la nuova alba.
Tutte le divinità danzarono, bevvero sakè e si divertirono, mentre uno di loro si appostò all' ingresso della caverna con uno specchio.
Amaterasu, attratta dai suoni della festa, uscì dalla caverna e, guardandosi allo specchio, fu affascinata dalla sua stessa immagine, decidendo di tornare ad illuminare il mondo.
Gli dei introdussero poi una corda nella caverna in modo che Amaterasu non potesse cambiare idea e tornare a nascondersi.
Questo è il motivo per cui nei santuari Shinto si vedono così spesso figure di galli e corde.
Dopo questa vicenda, Amaterasu e Susanoh, tornati nel regno celeste, si riappacificarono ed ebbero dei figli, uno dei quali fu incaricato dai genitori di portare sul Giappone uno specchio, dei gioielli ed una spada: oggetti sacri appartenenti a queste divinità e diventati poi i simboli del Giappone imperiale.
Il primo imperatore leggendario del Giappone fu Jimmu Tenno, nato da discendenti di queste divinità e fondatore del regno Yamato.